Papa Leone XIV ha un legame stretto con la Pontificia parrocchia di Sant’Anna dei Palafrenieri in Vaticano, affidata agli agostiniani dalla sua istituzione, nel 1929. Di fatto è “la parrocchia del Papa”. Si tratta della piccola chiesa sulla sinistra all’interno delle mura vaticane, che accoglie chi entra in Vaticano dall’ingresso di Sant’Anna, su via di Porta Angelica. E’ il corridoio percorso ogni giorno da migliaia di pellegrini e turisti che vanno a San Pietro. Chiunque può entrare in chiesa per una preghiera. Qui Robert Francis Prevost, quando era sacerdote e poi cardinale, era di casa.
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“Viene sempre a trovarci. Veniva prima, verrà anche dopo”,
dice al Sir padre Mario Millardi, parroco di Sant’Anna in Vaticano. Da diversi anni è lui a guidare questa piccola comunità intitolata alla madre di Maria, Sant’Anna. Il dipinto centrale sull’altare, di Arturo Valligiani, mostra una madre dolcissima seduta su una sedia che ascolta le confidenze di Maria bambina, inginocchiata ai suoi piedi. La chiesa, costruita nel 1565 da Giacomo Barozzi, detto “il Vignola” (uno dei più noti nomi dell’architettura rinascimentale), prende il nome dalla confraternita dei “Palafrenieri pontifici”, gentiluomini di corte con mansioni di fiducia che nel 1378 scelsero Sant’Anna come patrona.
Papa Francesco celebrò la sua prima messa pubblica proprio a Sant’Anna, il 17 marzo 2013, all’inizio del suo pontificato. Molti ricordano quando, uscendo dalla parrocchia, salutò spontaneamente centinaia di persone e turisti che si trovavano al di là delle mura, in territorio italiano, disorientando i gendarmi incaricati della vigilanza.
Papa Francesco all’uscita da Sant’Anna il 17 marzo 2013 (foto: Avvenire)
Oggi un agostiniano è Papa. Per il parroco padre Millardi l’elezione al soglio pontificio di un confratello vuol dire semplicemente “che il Signore ci vuole bene”: “Questa scelta è una grazia del Signore”. Ma non ha la minima intenzione di sbottonarsi per raccontare episodi della vita del cardinale Prevost e si chiude in un rigoroso silenzio stampa.
Un ex parroco di 103 anni. I religiosi agostiniani di Sant’Anna dei Palafrenieri vantano anche un altro curioso primato: ospitano il 103enne padre Gioele Schiavella, che qui è stato indimenticabile e attento parroco dal 1991 al 2006. È ancora vigile e lucidissimo. “Ora è andato a dormire. Sta benissimo”, aggiunge padre Millardi.
Anche Giovanni Paolo II nella parrocchia di Sant’Anna era di casa, e più volte ha incontrato la comunità parrocchiale e i bambini e giovani che la frequentavano, riuniti in associazione. Negli anni si sono succeduti tanti assistenti spirituali agostiniani, giovani sacerdoti che restavano pochi anni, tra cui padre Robert Dodaro. Anche lui statunitense, anche lui dell’Illinois. Stesso nome di battesimo. Stessa età di Robert Francis Prevost. Ordinati sacerdoti lo stesso giorno, il 19 giugno 1982, nella cappella di Santa Monica. Padre Dodaro è stato presidente del Pontificio Istituto Patristico Augustinianum, attualmente è negli Stati Uniti. Un altro amato assistente del gruppo giovanile di Sant’Anna dal 1984 al 1986 è stato don Oreste Campagna, ora parroco di Fiegni, diocesi di Camerino-San Severino Marche. Con Prevost erano amici negli anni ’80, quando erano entrambi a Roma e abitavano nel Collegio internazionale Santa Monica: “Robert è in gamba e farà bene – sottolinea -. È una persona intelligente, sensibile, positiva, che ama stare in comunità.
E’ aperto al dialogo fraterno, è capace di solidarietà e di aiuto. Ha una profonda spiritualità.
La sua posizione, che può apparire moderata, è dovuta al suo metodo, fatto di ascolto, di valutazione e di discernimento. Io sono fiducioso.
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